Finita a luglio 2015 

Componenti
  • telaio Bianchi in acciaio a congiunzioni
  • tg 52
  • numero di serie nello sterzo: 1G15004 (databile 1981 circa)
  • modello Rekord 840-10 v.
  • guarnitura e movimento centrale Ofmega
  • cambio, deragliatore, levette cambio Huret “Eco”
  • ruota libera Regina 5v.
  • mozzi Ofmega flangia alta
  • cerchi Mavic
  • manubrio ITM
  • leve freno Balilla GG80
  • freni Weinmann type 500
  • nastro manubrio Almarc
  • sella Selle Italia – ricoperta Almarc
  • serie sterzo Ofmega
  • pedali e puntapiedi e cinghiette Primax

29 pensieri su “Bianchi

  1. Max dice:

    Ciao Leo! Mi metto anch’io in coda ai numerevoli apprezzamenti, per di più, avendola vista di persona posso dire che questo restauro ha rispettato tutta la componentistica in onore e nel ricordo del primo proprietario. Forse una volta quando si prendeva una bici rimaneva quella per sempre e diventava un tutt’uno con il ciclista. Alla prossima! Max

  2. Elisabetta dice:

    Ciao Leo. ..ottimo lavoro. …..come sempre tra l’altro. …io ne ho rifatte due. …sprint anni 70…. e so che vuol dire. ….
    Un bacione

    • Andrea dice:

      Ciao ho letto che hai restaurato una sprint… sono in fase di farlo anche io e se ti era possibile volevo vedere come era uscita la tua e se ricordi il ral x il colore… grazie mille anticipatamente

  3. Stefano dice:

    Grande Leo,
    splendido lavoro, a nome, ritengo di molti di noi, è giunta l’ora che tu segua definitivamente la tua strada. Fai di quest’arte il tuo lavoro!
    Propongo il #FREELEOGOCICLICO! Raccolta consensi e fondi affinché Leonardo si dedichi a ciò in cui riesce meglio ovvero la ricerca del bello!
    Accorrete numerosi!!!

  4. ALMARC dice:

    È sempre un piacere per noi collaborare con Ciclico!…Con chi come noi di Almarc, ama davvero le biciclette e cerca di renderle fantastiche con idee creative ed originali!
    Leonardo, che dire…complimenti, hai fatto un lavoro fantastico!
    Grazie per le bellissime parole, un saluto da tutti noi… e alla prossima collaborazione!

  5. Costantino dice:

    Che dire…..sono molto invidioso delle persone che l’hanno potuta ammirare dal vivo, abitando molto lontano.
    Ogni volta che ammiro un’opera d’arte dell’amico Leonardo, anche se non ci conosciamo ho avuto modo di apprezzare la splendida persona che è dalle chiacchierate avute al telefono, e quindi mi sento di definirlo tale, mi provoca emozioni indicibili, avendo imparato anche attraverso lui ad apprezzare le bici di una volta.
    Ogni volta pensi che il risultato sia insuperabile, ed ogni volta lui ti sorprende con una bici più bella,più curata, con maggior fascino e che traspira amore da tutto quello che fa e realizza.
    Grazie di esistere Ciclico!!!
    Come promesso, a presto.
    P.S. A tra poco su Pinterest, tutto il mondo merita di conoscere le tue bici!

  6. Elisa dice:

    Ovviamente…una bici Bianchi non può mai diventare brutta nemmeno dopo 50 anni . Vista in officina, appena arrivata, aveva solo bisogno di trovare le mani giuste che con passione e dedizione si dedicassero a lei.
    Ed ecco il risultato: lucente, splendida!
    Come sempre Ciclico ci stupisce nella cura dei particolari e nel gusto impeccabile nel rispetto dell’originale.
    Fortunato il proprietario.Speriamo di vederlo sfrecciare per padova insieme a questo splendore.
    Rizz

  7. Filippo dice:

    ho avuto il piacere di vedere Leo (aka Ciclico) al lavoro più volte, ed ho visto la Bianchi ancora allo stato originale. La differenza tra una bici ed un’opera d’arte sta tutta nelle mani di questo Artigiano che riversa nelle sue opere tutto l’amore e la perizia possibili. Bravo Leo!

  8. Carlo CT dice:

    Restauro strepitoso e bici bellissima! Un solo appunto; ci avrei visto meglio due poggiamani color para. Cosetta da poco comunque. Hai fatto un ottimo lavoro. Passione e sensibilità per l’estetica non ti mancano di certo, ingredienti perfetti per ottenere ottimi risultati in questo campo. Bravo Lion. CT

  9. Diego dice:

    Quattro quarti di nobilità per questa bicicletta, quando ancora Bianchi sapeva di leggenda. Le tue mani l’hanno rivestita di fascino antico. Le bici da corsa mi piacciono cosi, con il tubo orizzontale “orizzontale” e senza le eccesive curvature di oggi. Acciaio forever, e pedalare!
    Bellissimo lavoro, Ricerca del bello nella cura maniacale per i dettagli, anche se Il restauro, rispetto al restyling, lascia meno spazio alla fantasia. La differenza sta nei particolari. La curva manubrio rivestita in pelle con le cuciture a mano è davvero d’effetto.
    Da tutte le tue splendide realizzazioni traspare senso estetico non comune, competenze e manualità di un mastro artigiano con decenni di esperienza. Eppure sei solo agli inizi. Questo significa talento naturale. Un dono da cogliere e mettere a frutto più che puoi.
    Grande Leo, farò sempre il tifo per te. Invidio molto, nel senso buono da amico, le tue eccezionali capacità. Continua cosi!

  10. Marco dice:

    Grande Leonardo! Come sempre una grande cura nei dettagli, accostamenti vintage/moderno sempre perfetti… purtroppo c’è già l’attesa del prossimo lavoro! Avanti sempre così, mi raccomando. A presto!

  11. Stefano dice:

    Questa bici che è stata riportata al suo splendore su iniziativa di Sandro, mio cugino, ha a che fare con la storia della nostra famiglia: venne acquistata da nostro zio a Torino su incarico del nonno, grande amante della biciletta, in occasione della mia cresima, correva l’anno 1982. Rivederla mi riporta la memoria a quegli anni spensierati, alle estati trascorse insieme in Polesine. Il restauro è stato veramente notevole, anche perché le condizioni erano pessime. Adesso non resta che pedalare, come sempre lungo il Fiume! Grazie Sandro, grazie Leo!

  12. Max B dice:

    La Bianchi in questione non era un “top di gamma” all’epoca tant’è vero che montava gruppo e componentistica piuttosto economici, per quanto efficienti, adeguati a “rango” del telaio.
    Trovo molto discutibile che in fase di restauro si sia optato per aggiungere cromature laddove non erano previste “da catalogo”, come opinabile è la scelta di rivestire in pelle la piega (comunque bellissimo come sempre il lavoro di Almarc) e rifare la sella con un materiale diverso dall’originale: Più che di restauro, parlerei di reinterpretazione personale! Quanto al lavoro sulla meccanica, nulla di sconvolgente, si tratta di normale amministrazione per chi fa restauri.

  13. Davide dice:

    Se mai risponderai ho una domanda da farti, dove hai trovato le decal? io sono mesi che ho una bianchi ghisallo di mio padre che volgio sistemare ma non trovo decal.

    Qualsiasi info è gradita 🙂

    Grazie mille

  14. Santo Colosi dice:

    I più fervidi complimenti!
    Sono un classe 66 e bici del genere sono state compagne delle mie uscite domenicali in gioventù. Sono strafelice che in giro per l’Italia vi siano persone con la passione per il restauro.Sarò d’ora in avanti un accanito frequentatore del sito,anche perché ho da poco intrapreso questa strada.
    Complimenti ancora e grazie di esserci.

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