Sono stato rapito da questa vecchia bici da passeggio e l’ho trasformata in una bici da touring

Finita a febbraio 2019

Componenti
  • TELAIO:
    • telaio Faggin in acciaio a congiunzioni
    • tg 57
    • tubazioni Columbus Aelle

    TRASMISSIONE:

    • guarnitura Shimano Ultegra 6503 tripla (52-42-30 t) – New Old Stock
    • movimento centrale Shimano Octalink ITA – 118.5 mm – NOS
    • deragliatore anteriore Shimano 105 (FD-5503) – NOS
    • cambio posteriore Shimano Deore 9-speed
    • leve cambio “bar end” Shimano Dura Ace 7700 (9-speed)
    • pignoni Shimano 9-speed (11-32)
    • catena Shimano 9-speed

    RUOTE:

    • mozzi Shimano 105 – NOS
    • cerchi Mavic Open Pro (32 fori)
    • raggi Sapim da 2mm, incrociati in terza
    • copertoni Continental Gatorskin 700×28

    GUIDA:

    • manubrio randonneur Velo-Orange
    • pipa Zenith – Gran Compe
    • nastro manubrio in gel
    • leve freno TRP RRL
    • freni cantilever Shimano CX-50
    • cable hanger “Monkey” – Paul Components, California
    • serie sterzo Shimano Dura Ace 7410

    FINITURE:

    • reggisella Gipiemme 26.8
    • sella Brooks Cambium C17
    • pedali MKS touring
    • puntapiedi Christophe
    • mini portapacchi anteriore BLB
    • portapacchi posteriore Nitto
    • portaborraccia Nitto 80
    • parafanghi Specialized
    • campanello Rock-Bros bronzo
    • guaine freno e cambio intrecciate Alligator

    CUSTOMODIFICHE al TELAIO:

    • buchi per portaborraccia
    • saldatura ponticello per freno posteriore
    • saldatura 2 bussole filettate per portapacchi anteriore
    • saldatura 4 bussole filettate per portapacchi posteriore
    • saldatura attacco deragliatore
    • saldatura attacchi per conversione a freni cantilever

    COLORI:

    • verde custom Max Meyer – Maxicar C10-269
    • giallo-ocra RAL 1028 perlato
Com'era

Sono partito da qui, una bici da passeggio dei primi anni Novanta.

Storie d'acciaio

Negli ultimi tempi, sulla tradizione delle bici francesi del c.d. periodo d’oro dell’acciaio, moltissimi artigiani telaisti hanno (ri)proposto bici da viaggio a dir poco stupende. Quelle, per intendersi, con il manubrio da corsa ma dotate di parafanghi e portapacchi per attaccarci le borse.

Alex Singer e René Herse furono i due Maestri assoluti di quel periodo e le loro bici (dal secondo dopoguerra in avanti) hanno tracciato una nuova via perché trascendevano la loro funzione per diventare una forma d’arte. L’intera bicicletta era disegnata e realizzata a mano come un tutt’uno, un tutto assieme, combinando funzionalità e bellezza.

La loro eredità è oggi continuata da bravissimi telaisti che creano bici fantastiche, sebbene nessuno potrà mai raggiungere i livelli stratosferici di Herse e Singer.

Nel fare questa mia Brokenmuur ho voluto rendere il mio omaggio a questi maestri artigiani, lavorando ad una bici da touring che avesse caratteristiche moderne pur mantenendo il suo cuore vintage (a cui io tengo molto). Lavoro lungo ed impegnativo soprattutto perché bici di questo tipo hanno ripreso vigore negli ultimi anni e difatti la difficoltà maggiore l’ho avuta nel trovare un telaio realmente vintage ma con caratteristiche tali da poterlo preparare per il viaggio o il breve tour.

Caso ha voluto che Massimo “Framebuilder” Faggin, circa 30 anni fa, costruisse su misura questo telaio per un panettiere padovano che gli ordinò un telaio “corsa” ma con più ampi spazi per farci stare parafanghi e copertoni più grossi. Sono partito da qui, con cura ho cercato tutti i pezzi della sua epoca (anni 90) e sono arrivato al risultato di una bici da viaggio d’uso moderno ma con vera anima vintage, come vuole la regola n. 1 della mia Officina.

Ci ho messo parecchio per farla. Ma le bici non sono dei pezzi di ferro con 2 ruote, anzi possono avere mille rifiniture, dettagli, arricchimenti. Hanno un fascino intramontabile che riempie occhi e cuore di bellezza. Mettere mano, restaurare e customizzare, una bici come questa è stato proprio bello.

Le mie bici non le realizzo in un giorno.

4 pensieri su “Broken muur

  1. Massimo dice:

    Questa è la prova che una bici non è mai da buttare, basta un pizzico di passione e tanto buon gusto per rimetterla in strada con un nuovo look.
    Complimenti ottimo restauro

  2. Davide dice:

    Quel verde, col giallo, col nero, col testa di moro… Leo, capisco il vintage, ma stavolta sei lontano dai miei gusti. Parlo solo di estetica perchè di tecnica sono a zero!
    Tu rimani comunque il numero uno!!

  3. Giacomo dice:

    Sinceramente, con questa scenderei a Roma, mi sembra raffinata e piena di storia, per una avventura che riporti all’essenziale. Stupenda!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.